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Rappresentazione visiva dell'articolo: TFR nel Fondo Pensione: conviene (anche) all'azienda

Autore: Sergio Oriente

Data di pubblicazione: 06 dicembre 2023

TFR nel Fondo Pensione: conviene (anche) all'azienda

Il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) è a tutti gli effetti un debito dell’azienda nei confronti dei propri dipendenti, da onorare al momento della cessazione del rapporto di lavoro. 

In genere l’imprenditore non vede di buon occhio il trasferimento del TFR di un dipendente alla previdenza complementare. Questo si verifica perché le aziende tendono a considerarlo (impropriamente) come un “tesoretto” utile per l’autofinanziamento della propria attività.

Invece, versare il TFR in un Fondo Pensione, oltre che per il lavoratore, genererebbe una serie di vantaggi anche per il datore di lavoro:

  • Le aziende che accantonano il TFR in un fondo pensione beneficiano di una maggiore deduzione dal reddito di impresa nell’ordine del 6% (se sono aziende con meno di 50 dipendenti) o del 4% (se sono aziende con più di 49 dipendenti). Questa percentuale si applica all’ammontare del TFR annualmente conferito. In termini pratici, questo significa che un’impresa con meno di 49 dipendenti che deve accantonare 30.000 euro l’anno di T.F.R. può dedurre 31.800 euro di costi.

  • Le aziende che destinano il TFR nei fondi pensione sono esentate dal versamento dello 0,20% del monte retributivo a titolo di versamento al Fondo di Garanzia INPS e dello 0,28% a titolo dei cosiddetti oneri impropri da versare all’INPS. È il caso, per esempio, degli oneri versati in occasioni di malattia, maternità e versamento di assegni per il nucleo familiare. Per cui un’impresa che presenta un monte retributivo di 300.000 euro arriverebbe a risparmiare fino a 1.440 euro l’anno per questi costi che non deve più sostenere.

  • L’azienda che versa il TFR dei dipendenti nel fondo pensione non si accolla più l’onere della rivalutazione annuale dello stesso prevista per legge. Ogni anno, infatti, il TFR deve essere rivalutato di un ammontare pari all’1,5% più il 75% della rivalutazione Istat: un costo importante, che può essere eliminato sfruttando proprio i benefici della previdenza complementare.


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