
Autore: Sergio Oriente
Data di pubblicazione: 03 maggio 2021
Alla scoperta della criptovaluta
Conoscere per investire. È una delle regole auree per evitare brutte sorprese quando si maneggiano i propri risparmi. La caccia al rendimento, in un mondo di tassi a zero, spinge a prendere dei rischi che vanno quindi mitigati, ovvero gestiti, anche attraverso una solida cultura finanziaria. Tra le forme di rendimento alternative che si vanno affermando in questo nuovo millennio ci sono le criptovalute. Cosa sono, come funzionano e perché col passare del tempo diventano sempre più famose?
Le criptovalute sono una realtà, nel mondo degli "investimenti" finanziari, sempre più diffusa. Il volume di investimenti che ruota, ogni giorno, intorno al mercato delle criptovalute, conosciute anche come ”monete virtuali“, ha superato in media i 100 miliardi di dollari. Cifre inimmaginabili sino a pochi anni fa eppure le criptovalute ce l’hanno fatta e stanno entrando sempre più nella vita quotidiana e, a quanto pare, non ne usciranno facilmente neanche nei prossimi anni, complice l’impatto della pandemia da coronavirus.
Ma si tratta di un bene o un male?
Il Bitcoin, la principale valuta digitale in circolazione, raggiunge scambi giornalieri superiori ai 30 miliardi di dollari. I bitcoin dominano il mercato nonostante siano censite nel mondo oltre 7mila criptovalute, il cui numero è in ulteriore crescita.
L’inventore del bitcoin è Satoshi Nakamoto, una figura quasi “mitologica” dal momento che non è certo sia realmente esistito ovvero sia lui l’ideatore perché a questo nome non corrisponde alcuna identità accertata. Più probabile che si tratti di uno pseudonimo adottato per nascondere l’identità di una o più persone che per varie motivazioni non vogliono farsi riconoscere come sviluppatori delle criptovalute.
Tutto ha inizio nel 2009 quando Nakamoto pubblica un articolo nel quale si parla della nascita della valuta digitale, intitolato: “Bitcoin: una moneta elettronica distribuita sulla rete”.
L’aspetto più interessante era la proposta dell’utilizzo di un sistema di sicurezza informatica chiamato Blockchain, o catena dei blocchi, un sistema crittografico che utilizza lo scambio di informazioni del tipo peer to peer all’interno della rete internet, che garantisce l’impossibilità (teorica) di falsificare o mutare un record informatico inserito all’interno della blockchain. Il primo utilizzo di questa tecnologia che è stato pensato dagli sviluppatori, è l’ambito finanziario.
Non a caso chi fa transazioni finanziarie utilizzando la blockchain di bitcoin può essere sicuro di due cose: nessuno può “imbrogliare” l’altro appropriandosi in maniera truffaldina dei soldi ovvero duplicandoli/falsificandoli. L’altro vantaggio è che la transazione avviene nel più totale anonimato a meno di non possedere tutte le chiavi (password) informatiche per accedere ai dettagli della transazione.
Grazie a queste premesse il bitcoin, ma non solo, si pone l’obiettivo di diventare una valuta alternativa all’intera infrastruttura monetaria, governata in maniera centralizzata dalle autorità di vigilanza, su cui si basa la nostra economia.
Esistono fondamentalmente due modi per "investire" in criptovalute: attraverso i prodotti derivati, come i CFD o gli ETP e attraverso gli exchange. Questi ultimi sono gli unici che consentono di detenere a tutti gli effetti la moneta virtuale acquistata. Gli exchange sono servizi attraverso i quali è possibile comprare e vendere criptovalute. Ne esistono più di un centinaio in tutto il mondo, ma molti presentano restrizioni territoriali.
Questo significa che solo alcuni exchange sono operativi in Europa. Per acquistare criptovalute tramite un exchange è possibile utilizzare una carta di credito, un bonifico e talvolta anche PayPal o altri portafogli elettronici.
Di recente Consob e Banca d'Italia hanno messo in guardia, specie i piccoli risparmiatori, contro i rischi connessi alle cripto-attività che possono comportare la perdita integrale delle somme di denaro utilizzate.
Tra i principali rischi ci sono la scarsa disponibilità di informazioni in merito alla modalità di formazione dei prezzi, l'estrema volatilità delle quotazioni, la complessità delle tecnologie sottostanti, l'assenza di tutele legali e contrattuali, di obblighi informativi da parte degli operatori e di specifiche forme di supervisione sugli stessi nonché di regole a salvaguardia delle somme impiegate.
Da non sottovalutare poi il rischio di perdite a causa di malfunzionamenti, attacchi informatici o smarrimento delle credenziali di accesso ai portafogli elettronici.
"Il rischio nasce dal non sapere cosa stai facendo".
(Warren Buffet)
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